lunedì 28 marzo 2011

Libia: leader ribelli, rispetteremo accordi con l'Italia

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ROMA - Il leader politico dei ribelli libici in avanzata verso Tripoli, in dichiarazioni alla trasmissione Porta a Porta, ha assicurato che la Libia del dopo-Gheddafi rispettera' tutti gli accordi stipulati con l'Italia dal regime del colonnello, tra cui quelli che riguardano la lotta all'emigrazione clandestina e i contratti petroliferi con l'Eni. Le assicurazioni sono venute in un confronto a distanza con un alto esponente del governo libico il quale ha accusato la coalizione internazionale di puntare ad una situazione di ''stallo'' con conseguente divisione in due della Libia. A parlare per conto dei ribelli su Rai Uno e' stato il presidente de Comitato nazionale di transizione (Cnt), Mustafa Abdel Jalil, il quale ha auspicato che gli ''amichevoli rapporti'' con l'Italia ''si rafforzino'' e ''Parteciperemo (agli sforzi) per fermare l'immigrazione clandestina impedendo loro di entrare in Libia e combattendo le organizzazioni criminali che lo permettono'', ha detto anche. Jalil, ex ministro della Giustizia libico, in collegamento da una localita' tenuta segreta per motivi di sicurezza, ha detto che verra' rispettato il trattato italo-libico firmato dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dal colonnello Muammar Gheddafi: un'intesa che fra l'altro - come ha sottolineato il conduttore del programma, Bruno Vespa - prevede anche un aiuto delle pattuglie italiane per controllare le coste e impedire una pressione migratoria dal sud. "Qualsiasi trattato o accordo" che è stato stipulato, ha detto Jalil, "noi lo rispettiamo" e "cercheremo di applicare questi trattati". "Noi rispettiamo tutti i trattati firmati con l'Eni e con tutte le altre aziende", ha risposto ancora il presidente del Cnt, le cui forze ormai controllano due terzi dei pozzi petroliferi della Libia, paese in cui il gruppo energetico italiano ha forti interessi. Jalil ha negato in sostanza che i rapporti con l'Italia possano allentarsi a causa di un debito di riconoscenza nei confronti della Francia, fautrice dei raid aerei anti-Gheddafi. E anzi ha detto di sperare che gli "antichi legami" di amicizia "si rafforzino" in base ai "mutui interessi". Il presidente del Cnt ha parlato in un inedito confronto con un suo vecchio amico e ora nemico, il viceministro degli Affari Esteri del regime di Tripoli, Khaled Kaim, il quale ha sostenuto che ''la tattica della coalizione'' e' quella di ''imporre una situazione di stallo per spaccare il Paese in due'' (regime di Gheddafi all'ovest e ribelli all'est). Jalil gli ha risposto che e' invece Tripoli a voler ''dividere il paese in due parti, ma questo - ha assicurato - non avverrà": al conduttore che gli chiedeva se i ribelli sono disposti ad accettare il cessate il fuoco e a trattare come evocato dall'esponente del regime, il leader del Comitato di transizione ha sottolineato che i ribelli vogliono arrivare fino a Tripoli.

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